3 borghi del sud Italia da non perdere

Il Sud Italia è ricco di borghi inesplorati e splendidi, ideali per il turista che vuole andare alla scoperta di qualcosa di inedito e sorprendente. È il caso di tre perle del Meridione come Bagnoli del Trigno, Castellabate e Furore: scopriamole più da vicino.

Bagnoli del Trigno

Bagnoli del Trigno è un borgo che si trova in Molise, su un’altura dominata da una roccia colossale. Immerso nella natura, è come incorniciato dalle rocce che gli stanno alle spalle. Ci troviamo in provincia di Isernia, in corrispondenza del massiccio che separa il torrente Vella dal fiume Trigno. Bagnoli è una meta turistica che non ha eguali: sembra quasi incastonato nella roccia, e a colpire l’attenzione del turista è fra l’altro la linearità che caratterizza le costruzioni.

Bagnoli del Trigno si sviluppa a due altezze diverse, da un minimo di 660 metri a un massimo di 783: non a caso il borgo è composto dalla Terra di sopra e dalla Terra di sotto, due zone che sono separate non solo dal punto di vista geografico, ma anche a livello sociale e culturale. È in ogni caso un vero piacere concedersi una passeggiata fra le strade del centro storico. Qui vivono circa 700 persone, ed è la location ideale per staccare dal mondo e ricaricare le batterie.

La leggenda vuole che Bagnoli del Trigno abbia avuto origine da una sorgente termale, ma c’è un’altra teoria secondo la quale, invece, il primo nucleo urbano sarebbe stato generato da una tribù che stata scappando dalle invasioni dei barbari. Nel Medio Evo il centro abitato faceva parte del Contato del Molise, mentre in seguito entrò a far parte del Regno di Napoli. Più tardi, i cicli migratori hanno contribuito a spopolarlo, ma il centro storico continua a rimanere spettacolare, con la Chiesa di Santa Maria Assunta e quella intitolata a Santa Caterina d’Alessandria. Sullo sperone roccioso che domina il paese, invece, si eleva il campanile della Chiesa di San Silvestro Papa, incastonato nella roccia e con una copertura in maiolica colorata che fa risaltare la copertura a cipolla.

Castellabate

Sulla costa del Cilento c’è Castellabate, in provincia di Salerno. Il nome deriva da Costabile Genticore, abate che nel 1123 decise di far costruire qui il Castello di Sant’Angelo. Quando Genticore morì, i residenti scelsero di dedicare a lui la fortezza; dopodiché il nucleo abitato che si sviluppò attorno alla collina venne chiamato Castrum Abbatis, cioè Castello dell’Abate.

Oggi il paese è una vera e propria delizia: un borgo medievale in cui è possibile entrare attraverso la Porta di Mare, la Porta Cavalieri, la Porta Sant’Eustachio, la Porta La Chiazza o il Belvedere di San Costabile, che rappresenta l’ingresso principale. Questo, tra l’altro, è un punto panoramico molto apprezzato, con la vista che si estende da Ischia a Capri, sul Golfo di Salerno. A rendere famoso Castellabate è stato anche il film Benvenuti al Sud, con Claudio Bisio e Alessandro Siani, che fu girato proprio qui. Da vedere tra l’altro Palazzo Matarazzo e il Lungomare di Santa Maria, che durante la stagione estiva accoglie numerosi eventi culturali. Tante le spiagge di Castellabate, sulle quali si susseguono le torri costiere: per esempio la Torre Pagliarola, conosciuta con il nome di Torre Perrotti in quanto fa parte di Palazzo Perrotti. In tutto, il litorale si sviluppa per poco meno di 19 chilometri.

Furore

Da ben 25 anni Furore viene annoverato nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità che sono soggetti alla tutela dell’Unesco, unitamente ad altri paesi della Costiera Amalfitana. Non è difficile intuirne il motivo, sia per le bellezze che lo arricchiscono, sia per le delizie gastronomiche che è possibile gustare da queste parti. Furore è celebre in modo particolare per il suo fiordo, che è una delle spiagge della Costiera Amalfitana più fotografate e più suggestive. Ha il pregio di essere ben distante dai flussi turistici più imponenti: così ci si può godere la sua bellezza con la massima tranquillità.

Il nucleo abitato comprende più o meno 700 residenti, fra Conca dei Marini e Praiano. A dir la verità un centro abitato vero e proprio non esiste, dal momento che le case sono distribuite sui fianchi della montagna che si affaccia sul mare. Ecco perché Furore è stato definito anche come il paese che non c’è. In passato il territorio non era molto accogliente, e si dice che i primi abitanti non fossero altro che amalfitani che qui venivano mandati in esilio. Adesso la situazione è ben diversa, e Furore può essere considerato anche un museo a cielo aperto, grazie ai murales che lo abbelliscono. Fra i monumenti storici, merita di essere citata la Chiesa di Sant’Elia, dove è presente uno splendido trittico di Angelo Antonello da Capua del Quattrocento.

Le proposte de Il Borghista

Per conoscere questi e tanti altri borghi spettacolari del nostro paese, si può fare un salto sul sito web ilborghista.it, dedicato proprio ai piccoli paesi italiani. Il portale è stato creato a partire dalla consapevolezza del fatto che, purtroppo, molti borghi stanno andando incontro a un progressivo spopolamento, correlato fra l’altro alla sparizione di antichi mestieri e botteghe artigiane. Il Borghista, dunque, si propone di conservare e prolungare un’eredità che non è solo culturale, ma anche naturale e storica: quella dei meravigliosi borghi italiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *